Alla scala regionale il Piano di Tutela delle Acque (PTA) integrato ed aggiornato secondo le prescrizioni dello stesso Distretto, con D,G,R, n. 440 del 12.10.2021 la Regione Campania ha approvato il PTA 2020/2026. I corpi idrici sotterranei sono individuati negli acquiferi delle piane alluvionali dei grandi fiumi campani, negli acquiferi dei massicci carbonatici della dorsale appenninica ed in quelli delle aree vulcaniche. Gli acquiferi delle piane alluvionali sono caratterizzati da una permeabilità medio-alta per porosità e sono alimentati per infiltrazione diretta e dai travasi degli adiacenti massicci carbonatici, con una circolazione idrica a falde sovrapposte. I corpi idrici sotterranei ubicati negli acquiferi costituiti dai complessi delle successioni carbonatiche, hanno permeabilità molto elevate per fratturazione e carsismo e sono caratterizzati dalla presenza di importanti falde basali, alimentate da un'elevata infiltrazione efficace e risultano essere i più produttivi della Campania. Le aree vulcaniche ospitano, invece, acquiferi a permeabilità molto variabile per porosità e fessurazione, e sono alimentati prevalentemente da apporti diretti con travasi dagli acquiferi adiacenti e con una circolazione idrica prevalentemente a falde sovrapposte. Le aree collinari, infine, sono caratterizzate dalla presenza di acquiferi a permeabilità molto bassa che ospitano falde idriche molto modeste. A ciascuno dei corpi idrici individuati è stata assegnata la categoria di rischio di non raggiungimento degli obiettivi di qualità ambientale. Sulla base delle indicazioni contenute nei Piani di settore l'ARPAC ha definito le attività di monitoraggio ambientale dei corpi idrici sotterranei (CISS) della Campania.
NascondiAcque sotterranee

Sono "acque sotterranee" tutte le acque che si trovano sotto la superficie del suolo, nella zona di saturazione e a contatto diretto con il suolo o il sottosuolo. Con il termine corpo idrico sotterraneo, si indica un volume distinto di acque sotterranee contenute da una o più falde acquifere, ovvero in strati di roccia caratterizzati da porosità e permeabilità sufficiente da consentire un flusso significativo di acque sotterranee o l'estrazione di quantità significative di acque. Le acque sotterranee sono un bene comune, una risorsa strategica da conservare e tutelare, con particolare attenzione per le acque destinate all'uso potabile e all'uso irriguo in agricoltura. Esse costituiscono, infatti, la principale e più delicata riserva di acqua dolce e, soprattutto, la fonte più importante dell'approvvigionamento pubblico di acqua potabile, praticamente la fonte quasi unica ed esclusiva in Campania . Monitorare le acque sotterranee, proteggerle dall'inquinamento prodotto dalle attività umane e garantirne uno sfruttamento equo e compatibile con i tempi di ricarica degli acquiferi, rappresentano obiettivi condivisi, acquisiti anche dalle normative di settore, europea e nazionale.
In attuazione della Direttiva 2000/60/CE, che ha istituito un quadro per le azioni da adottare in materia di acque in ambito comunitario, della Direttiva 2006/118/CE sulla protezione delle acque sotterranee dall'inquinamento e dal deterioramento, della Direttiva 2014/80/UE che modifica l'allegato II della direttiva 2006/118/CE, l'Italia ha emanato norme che ne recepiscono le finalità di tutela e protezione ed i criteri da adottare nella valutazione dello stato quali-quantitativo e delle tendenze evolutive delle acque sotterranee. Leggi tutto
Attività e Risultati
Per queste informazioni sono disponibili dati in formato aperto.
Rete e Monitoraggio Chimico
A partire dal biennio 2001-2002, ARPAC ha attivato, alla scala regionale, una rete di monitoraggio delle acque sotterranee finalizzata alla rilevazione ed elaborazione dello stato chimico dei corpi idrici sotterranei. Le attività sono state inizialmente condotte in attuazione del D.Lgs. 152/1999 e, successivamente, in conformità alla disciplina introdotta dalla Parte Terza del D.Lgs. 152/2006, la quale detta i principi fondamentali in materia di tutela delle acque dall’inquinamento e gestione delle risorse idriche (art. 73 e s.m.i.). Il sistema di monitoraggio è stato adeguato ai decreti attuativi — D.Lgs. 30/2009 (cfr Direttiva 2006/118/CE), recante i criteri tecnici per la caratterizzazione, la classificazione e il monitoraggio dei corpi idrici sotterranei, e DM 6 luglio 2016 (cfr. Direttiva 2014/80/CE) che ha aggiornato i valori soglia e i criteri per la valutazione dello stato chimico — che hanno definitivamente sostituito la normativa previgente.
Nel 2002 il monitoraggio riguardava 40 corpi idrici sotterranei principali, successivamente ampliati a 49 corpi idrici “significativi”, come individuati dal Piano di Tutela delle Acque della Regione Campania (PTA) adottato nel 2007, in attuazione dell’art. 121 del D.Lgs. 152/2006. In corrispondenza di ciascun corpo idrico sotterraneo, ARPAC ha individuato siti di campionamento (stazioni di monitoraggio) rappresentativi — pozzi e sorgenti perenni — rispondenti ai requisiti previsti per le reti di monitoraggio chimico dall’Allegato 3 alla Parte Terza del D.Lgs. 152/2006.
A far data dal 2012 l'ARPAC ha curato progressivamente una corposa revisione delle rete, individuando nuovi siti di monitoraggio a copertura dei corpi idrici precedentemente non monitorati, e incrementando i siti di monitoraggio afferenti a corpi idrici sotterranei in stato chimico critico, con l’obiettivo di configurare una sempre più aggioranta Rete di monitoraggio Chimico costituita da siti di monitoraggio per il campionati ai fini della classificazione dello stato Chimico dei Corpi Idrici Sotterranei (SCAS) ai sensi dei D.Lgs. 30/2009 e del DM 6 Luglio 2016.
Nel tempo la rete di monitoraggio chimico è andata quindi mano, mano, ampliandosi: 330 stazioni di monitoraggio attive nel 2024, successivamente ulteriormente incrementate con l’obiettivo di raggiungere l’optimum entro il 2027.
In conformità alle prescrizioni dell’art. 118 e dell’Allegato 3 alla Parte Terza, ARPAC effettua presso ogni stazione (sito di campionamento) monitoraggi con frequenza da trimestrale a semestrale, fino ad annuale dei parametri chimici indicatori anche della natura dell’acquifero, nonché di un insieme di sostanze inquinanti/pericolose sia organiche sia inorganiche, definite ai sensi nel DM 6 Luglio 2016 per la maggior parte di esse ed in subordine contemplate nel D.Lgs. 30/2009. I risultati delle analisi consentono le elaborazioni statistiche ed il calcolo (stime) della classificazione annuale dello stato chimico delle acque sotterranee (SCAS), secondo i criteri introdotti dal D.Lgs. 30/2009 (Allegati 1 e 2) e dal DM 6 luglio 2016.
Con l’adozione del Piano di Gestione delle Acque (PGA) 2016-2021 del Distretto Idrografico dell’Appennino Meridionale — elaborato ai sensi della Direttiva 2000/60/CE e recepito nell’ordinamento nazionale dall’art. 117 del D.Lgs. 152/2006 — il numero dei corpi idrici sotterranei considerati alla scala regionale è stato rideterminato in 80 unità. La Regione Campania, con l’aggiornamento del PTA nel 2019, ha recepito tale assetto, designando gli 80 corpi idrici quali oggetto del monitoraggio nel territorio regionale.
Con l’adozione del successivo PGA 2022-2027, i corpi idrici sotterranei sono stati ulteriormente aggiornati a 81, a seguito della suddivisione del corpo idrico “Basso Corso del Volturno e Regi Lagni” in due distinte unità : “Piana del Volturno in Destra Idrografica” e “Piana del Volturno in Sinistra Idrografica e Regi Lagni”.
Tale suddivisione, pur determinando un aumento numerico, non modifica l’estensione areale complessiva originariamente attribuita al corpo idrico, ma risponde al principio di cui all’art. 74, comma 2, lettera z), secondo il quale il corpo idrico sotterraneo deve essere individuato come porzione di falda sufficientemente omogenea sotto il profilo idrogeologico, idrogeochimico e dell’impatto antropico. La nuova articolazione consente pertanto una rappresentazione più accurata ai fini della pianificazione e del monitoraggio richiesto dall’art. 118 e dagli allegati tecnici del D.Lgs. 152/2006.
In attuazione ai contenuti del D.R.G.C. n. 180 del 24 aprile 2019, del D.G.R.C. n. 371 del 15 luglio 2020 e del Decreto Dirigenziale Regionale n. 320 del 31 luglio 2020, ARPAC ha avviato a partire dal 2019/2020 un ulteriore potenziamento della rete di monitoraggio dei corpi idrici sotterranei. Tale ampliamento, attualmente già realizzato per l’80% circa, sarà completato entro il 2027 e porterà la rete a comprendere circa 480 stazioni di monitoraggio dedicate al monitoraggio chimico. L’ampliamento di rete si è prioritariamente concentrato sui seguenti corpi idrici sotterranei anche con l’obiettivo di procedere ad una suddivisione (da realizzare) dei corpi idrici delle principali piane costiere in una porzione di corpo idrico più superficiale ed una soggiacente ( profonda): Garigliano Plain, Piana Volturno in destra idrografica, Piana Volturno in sinistra idrografica – Regi Lagni, Roccamonfina, Campi Flegrei, Oriente di Napoli Plain, Sarno Plain, Somma Vesuvio, Vallo di Diano Plain, Sele Plain.
Di seguito sono riportale le mappe esplicative e le tabelle sintetiche degli esiti dello Stato Chimico annuale per ciascun corpo idrico sotterraneo della Campania relative all’attuale sessennio di riferimento per il monitoraggio 2021 - 2026
CISS_CAMPANIA_PGA_II CICLO DISTRETTUALE 2016_2021
CISS_CAMPANIA_PGA_III CICLO DISTRETTUALE 2022_2027
Rete e Monitoraggio Quantitativo
Con il monitoraggio “in continuo” l’ARPAC ha realizzato un sistema di controllo delle risorse idriche sotterranee al fine di definire l’evoluzione costante nel tempo del loro stato quantitativo. Tale sistema è realizzato mediante l’utilizzo di specifica strumentazione posta presso pozzi, piezometri e sorgenti, che permette la trasmissione in “tempo reale” dei dati rilevati, ad una postazione centrale remota allocata presso la Direzione Tecnica dell’ARPAC.
A partire dal biennio 2007-2008 ARPAC ha attivato, alla scala regionale, una rete di monitoraggio delle acque sotterranee finalizzata alla rilevazione dello stato quantitativo in continuo dei corpi idrici sotterranei. In principio la rete era costituita da 40 stazioni fisse con sonde multiparametriche, per un totale di 180 sensori di parametri qualitativi e quantitativi delle acque di falda e sorgive, i cui siti significativi alla scala regionale sono stati individuati nel 2007 dal Piano di Tutela delle Acque della Regione Campania (PTA).
A partire dal 2018 si è deciso di revisionare tale rete, sia perché ormai costituita da tecnologia obsoleta ed in parte danneggiata, sia per adeguare la rete ai cambiamenti e alle conoscenze acquisite negli anni passati.
Allo stato attuale, delle 40 stazioni di monitoraggio in continuo esistenti, si è giunti al ripristino di un primo lotto di 16 stazioni, ancora in corso d’opera. Di tali stazioni l’ARPAC acquisisce i dati in continuo e periodicamente sono pubblicati nelle previste sezioni del sito ufficiale dell’Agenzia. I dati di misura ad oggi sono acquisiti presso un server della ditta che sta eseguendo il ripristino delle 16 stazioni, al quale ARPAC accede tramite internet, con proprie credenziali di accesso dedicate.
L’obiettivo di ARPAC di avere una rete in continuo sempre più numerosa ha condotto nel 2020 ad un’implementazione con il raggiungimento di 80 stazioni, comprendenti le 16 in fase di rifunzionalizzazione, 21 delle restanti 40 iniziali, 38 stazioni ex novo e 5 stazioni di altri enti di cui ARPAC dovrà acquisire i dati di misura sul proprio CED.
I dati di misura delle 16 stazioni, attualmente in rifunzionalizzazione, sono stati anche integrati nel nuovo sistema di acquisizione a 80 stazioni al quale ARPAC accede tramite internet, con proprie credenziali di accesso dedicate.
La scelta delle stazioni è stata compiuta tramite un approfondito studio idrogeologico dei corpi idrici significativi e delle caratteristiche geologiche delle aree sorgive e dei pozzi da monitorare, sulla base delle indicazioni regionali e di un continuo confronto con Autorità di Bacino ed enti gestori degli acquedotti.
Il risultato complessivo di quanto realizzato è stato quello di essere pervenuti ad una conoscenza e ad un monitoraggio continuo delle acque sotterranee dei corpi idrici monitorati, secondo quanto richiesto dalla normativa di riferimento.
Le attività sono state inizialmente condotte in attuazione del D.Lgs. 152/1999 e, successivamente, in conformità alla disciplina introdotta dalla Parte Terza del D.Lgs. 152/2006, la quale detta i principi fondamentali in materia di tutela delle acque dall’inquinamento e gestione delle risorse idriche (art. 73 e s.m.i.). Il sistema di monitoraggio è stato adeguato ai decreti attuativi — D.Lgs. 30/2009 (cfr Direttiva 2006/118/CE), recante i criteri tecnici per la caratterizzazione, la classificazione e il monitoraggio dei corpi idrici sotterranei, e DM 6 luglio 2016 (cfr. Direttiva 2014/80/CE), che ha aggiornato i valori soglia e i criteri per la valutazione dello stato chimico — che hanno definitivamente sostituito la normativa previgente.
Nel 2002 il monitoraggio riguardava 40 corpi idrici sotterranei principali, successivamente ampliati a 49 corpi idrici “significativi”, come individuati dal Piano di Tutela delle Acque della Regione Campania (PTA) adottato nel 2007, in attuazione dell’art. 121 del D.Lgs. 152/2006. In corrispondenza di ciascun corpo idrico sotterraneo, ARPAC ha individuato siti di campionamento (stazioni di monitoraggio) rappresentativi — pozzi e sorgenti perenni — rispondenti ai requisiti previsti per le reti di monitoraggio chimico dall’Allegato 3 alla Parte Terza del D.Lgs. 152/2006.
Con l’adozione del Piano di Gestione delle Acque (PGA) 2016-2021 del Distretto Idrografico dell’Appennino Meridionale — elaborato ai sensi della Direttiva 2000/60/CE e recepito nell’ordinamento nazionale dall’art. 117 del D.Lgs. 152/2006 — il numero dei corpi idrici sotterranei considerati alla scala regionale è stato rideterminato in 80 unità. La Regione Campania, con l’aggiornamento del PTA nel 2019, ha recepito tale assetto, designando gli 80 corpi idrici quali oggetto del monitoraggio nel territorio regionale.
Con l’adozione del successivo PGA 2022-2027, i corpi idrici sotterranei sono stati ulteriormente aggiornati a 81, a seguito della suddivisione del corpo idrico “Basso Corso del Volturno e Regi Lagni” in due distinte unità: “Piana del Volturno in Destra Idrografica” e “Piana del Volturno in Sinistra Idrografica e Regi Lagni”.
Tale suddivisione, pur determinando un aumento numerico, non modifica l’estensione areale complessiva originariamente attribuita al corpo idrico, ma risponde al principio di cui all’art. 74, comma 2, lettera z), secondo il quale il corpo idrico sotterraneo deve essere individuato come porzione di falda sufficientemente omogenea sotto il profilo idrogeologico, idrochimico e dell’impatto antropico. La nuova articolazione consente pertanto una rappresentazione più accurata ai fini della pianificazione e del monitoraggio richiesto dall’art. 118 e dagli allegati tecnici del D.Lgs. 152/2006.
Indicatore: Stato quantitativo
Descrizione breve
L’indicatore fornisce una valutazione complessiva dello stato quantitativo delle risorse idriche sotterranee di ciascun corpo idrico alla scala regionale
Descrizione
Un corpo idrico sotterraneo è in stato quantitativo buono se i prelievi non superano la disponibilità naturale di risorsa idrica rinnovabile nel lungo termine; viene classificato in stato quantitativo scarso se invece i prelievi risultano eccessivi rispetto alla ricarica, situazione che richiede misure correttive. In termini normativi (Direttiva 2000/60/CE e D.Lgs. 30/2009), lo stato quantitativo buono implica anche che non si verifichino impatti negativi sulle acque superficiali o sugli ecosistemi terrestri connessi e assenza di intrusioni saline dovute a variazioni antropiche del flusso sotterraneo. Viceversa, uno stato scarso indica un deficit idrico tale da poter causare abbassamenti di falda significativi o altri impatti ambientali.
La classificazione quantitativa in Campania non è stata ancora pienamente definita con dati aggiornati. La Relazione del Piano di Gestione delle Acque – III Ciclo 2021–2027 (Distretto Appennino Meridionale) conferma provvisoriamente lo stato quantitativo delle acque sotterranee della Campania già indicato nel precedente ciclo di piano. In altri termini, lo stato quantitativo, già valutato come “presunto” nel Piano precedente (basato su dati 2014–2015 e su giudizio esperto), resta invariato. Gran parte dei corpi idrici sotterranei campani sono considerati in stato quantitativo “buono” (presunto buono in assenza di forti evidenze di over-exploitation), mentre solo alcuni acquiferi critici sono indicati a rischio di stato “scarso”.







Monografie Monitoraggio Quantitativo acque sotterranee (Rete in Continuo e Telemisura)
Monografie delle Stazioni Quantitative in Continuo e Telemisura dei corpi idrici sotterranei
Attività Pregresse
Per queste informazioni sono disponibili dati in formato aperto.
Rete e Monitoraggio Chimico
A partire dal biennio 2001-2002, ARPAC ha attivato, alla scala regionale, una rete di monitoraggio delle acque sotterranee finalizzata alla rilevazione ed elaborazione dello stato chimico dei corpi idrici sotterranei. Le attività sono state inizialmente condotte in attuazione del D.Lgs. 152/1999 e, successivamente, in conformità alla disciplina introdotta dalla Parte Terza del D.Lgs. 152/2006, la quale detta i principi fondamentali in materia di tutela delle acque dall’inquinamento e gestione delle risorse idriche (art. 73 e s.m.i.). Il sistema di monitoraggio è stato adeguato ai decreti attuativi — D.Lgs. 30/2009 (cfr Direttiva 2006/118/CE), recante i criteri tecnici per la caratterizzazione, la classificazione e il monitoraggio dei corpi idrici sotterranei, e DM 6 luglio 2016 (cfr. Direttiva 2014/80/CE) che ha aggiornato i valori soglia e i criteri per la valutazione dello stato chimico — che hanno definitivamente sostituito la normativa previgente.
Nel 2002 il monitoraggio riguardava 40 corpi idrici sotterranei principali, successivamente ampliati a 49 corpi idrici “significativi”, come individuati dal Piano di Tutela delle Acque della Regione Campania (PTA) adottato nel 2007, in attuazione dell’art. 121 del D.Lgs. 152/2006. In corrispondenza di ciascun corpo idrico sotterraneo, ARPAC ha individuato siti di campionamento (stazioni di monitoraggio) rappresentativi — pozzi e sorgenti perenni — rispondenti ai requisiti previsti per le reti di monitoraggio chimico dall’Allegato 3 alla Parte Terza del D.Lgs. 152/2006.
A far data dal 2012 l'ARPAC ha curato progressivamente una corposa revisione delle rete, individuando nuovi siti di monitoraggio a copertura dei corpi idrici precedentemente non monitorati, e incrementando i siti di monitoraggio afferenti a corpi idrici sotterranei in stato chimico critico, con l’obiettivo di configurare una sempre più aggioranta Rete di monitoraggio Chimico costituita da siti di monitoraggio per il campionati ai fini della classificazione dello stato Chimico dei Corpi Idrici Sotterranei (SCAS) ai sensi dei D.Lgs. 30/2009 e del DM 6 Luglio 2016.
Nel tempo la rete di monitoraggio chimico è andata quindi mano, mano, ampliandosi: 330 stazioni di monitoraggio attive nel 2024, successivamente ulteriormente incrementate con l’obiettivo di raggiungere l’optimum entro il 2027.
In conformità alle prescrizioni dell’art. 118 e dell’Allegato 3 alla Parte Terza, ARPAC effettua presso ogni stazione (sito di campionamento) monitoraggi con frequenza da trimestrale a semestrale, fino ad annuale dei parametri chimici indicatori anche della natura dell’acquifero, nonché di un insieme di sostanze inquinanti/pericolose sia organiche sia inorganiche, definite ai sensi nel DM 6 Luglio 2016 per la maggior parte di esse ed in subordine contemplate nel D.Lgs. 30/2009. I risultati delle analisi consentono le elaborazioni statistiche ed il calcolo (stime) della classificazione annuale dello stato chimico delle acque sotterranee (SCAS), secondo i criteri introdotti dal D.Lgs. 30/2009 (Allegati 1 e 2) e dal DM 6 luglio 2016.
Con l’adozione del Piano di Gestione delle Acque (PGA) 2016-2021 del Distretto Idrografico dell’Appennino Meridionale — elaborato ai sensi della Direttiva 2000/60/CE e recepito nell’ordinamento nazionale dall’art. 117 del D.Lgs. 152/2006 — il numero dei corpi idrici sotterranei considerati alla scala regionale è stato rideterminato in 80 unità. La Regione Campania, con l’aggiornamento del PTA nel 2019, ha recepito tale assetto, designando gli 80 corpi idrici quali oggetto del monitoraggio nel territorio regionale.
Con l’adozione del successivo PGA 2022-2027, i corpi idrici sotterranei sono stati ulteriormente aggiornati a 81, a seguito della suddivisione del corpo idrico “Basso Corso del Volturno e Regi Lagni” in due distinte unità : “Piana del Volturno in Destra Idrografica” e “Piana del Volturno in Sinistra Idrografica e Regi Lagni”.
Tale suddivisione, pur determinando un aumento numerico, non modifica l’estensione areale complessiva originariamente attribuita al corpo idrico, ma risponde al principio di cui all’art. 74, comma 2, lettera z), secondo il quale il corpo idrico sotterraneo deve essere individuato come porzione di falda sufficientemente omogenea sotto il profilo idrogeologico, idrogeochimico e dell’impatto antropico. La nuova articolazione consente pertanto una rappresentazione più accurata ai fini della pianificazione e del monitoraggio richiesto dall’art. 118 e dagli allegati tecnici del D.Lgs. 152/2006.
In attuazione ai contenuti del D.R.G.C. n. 180 del 24 aprile 2019, del D.G.R.C. n. 371 del 15 luglio 2020 e del Decreto Dirigenziale Regionale n. 320 del 31 luglio 2020, ARPAC ha avviato a partire dal 2019/2020 un ulteriore potenziamento della rete di monitoraggio dei corpi idrici sotterranei. Tale ampliamento, attualmente già realizzato per l’80% circa, sarà completato entro il 2027 e porterà la rete a comprendere circa 480 stazioni di monitoraggio dedicate al monitoraggio chimico. L’ampliamento di rete si è prioritariamente concentrato sui seguenti corpi idrici sotterranei anche con l’obiettivo di procedere ad una suddivisione (da realizzare) dei corpi idrici delle principali piane costiere in una porzione di corpo idrico più superficiale ed una soggiacente ( profonda): Garigliano Plain, Piana Volturno in destra idrografica, Piana Volturno in sinistra idrografica – Regi Lagni, Roccamonfina, Campi Flegrei, Oriente di Napoli Plain, Sarno Plain, Somma Vesuvio, Vallo di Diano Plain, Sele Plain.
Di seguito sono riportale le mappe esplicative e le tabelle sintetiche degli esiti dello Stato Chimico annuale per ciascun corpo idrico sotterraneo della Campania relative all’attuale sessennio di riferimento per il monitoraggio 2021 - 2026
CISS_CAMPANIA_PGA_II CICLO DISTRETTUALE 2016_2021
CISS_CAMPANIA_PGA_III CICLO DISTRETTUALE 2022_2027
Rete e Monitoraggio Quantitativo
Con il monitoraggio “in continuo” l’ARPAC ha realizzato un sistema di controllo delle risorse idriche sotterranee al fine di definire l’evoluzione costante nel tempo del loro stato quantitativo. Tale sistema è realizzato mediante l’utilizzo di specifica strumentazione posta presso pozzi, piezometri e sorgenti, che permette la trasmissione in “tempo reale” dei dati rilevati, ad una postazione centrale remota allocata presso la Direzione Tecnica dell’ARPAC.
A partire dal biennio 2007-2008 ARPAC ha attivato, alla scala regionale, una rete di monitoraggio delle acque sotterranee finalizzata alla rilevazione dello stato quantitativo in continuo dei corpi idrici sotterranei. In principio la rete era costituita da 40 stazioni fisse con sonde multiparametriche, per un totale di 180 sensori di parametri qualitativi e quantitativi delle acque di falda e sorgive, i cui siti significativi alla scala regionale sono stati individuati nel 2007 dal Piano di Tutela delle Acque della Regione Campania (PTA).
A partire dal 2018 si è deciso di revisionare tale rete, sia perché ormai costituita da tecnologia obsoleta ed in parte danneggiata, sia per adeguare la rete ai cambiamenti e alle conoscenze acquisite negli anni passati.
Allo stato attuale, delle 40 stazioni di monitoraggio in continuo esistenti, si è giunti al ripristino di un primo lotto di 16 stazioni, ancora in corso d’opera. Di tali stazioni l’ARPAC acquisisce i dati in continuo e periodicamente sono pubblicati nelle previste sezioni del sito ufficiale dell’Agenzia. I dati di misura ad oggi sono acquisiti presso un server della ditta che sta eseguendo il ripristino delle 16 stazioni, al quale ARPAC accede tramite internet, con proprie credenziali di accesso dedicate.
L’obiettivo di ARPAC di avere una rete in continuo sempre più numerosa ha condotto nel 2020 ad un’implementazione con il raggiungimento di 80 stazioni, comprendenti le 16 in fase di rifunzionalizzazione, 21 delle restanti 40 iniziali, 38 stazioni ex novo e 5 stazioni di altri enti di cui ARPAC dovrà acquisire i dati di misura sul proprio CED.
I dati di misura delle 16 stazioni, attualmente in rifunzionalizzazione, sono stati anche integrati nel nuovo sistema di acquisizione a 80 stazioni al quale ARPAC accede tramite internet, con proprie credenziali di accesso dedicate.
La scelta delle stazioni è stata compiuta tramite un approfondito studio idrogeologico dei corpi idrici significativi e delle caratteristiche geologiche delle aree sorgive e dei pozzi da monitorare, sulla base delle indicazioni regionali e di un continuo confronto con Autorità di Bacino ed enti gestori degli acquedotti.
Il risultato complessivo di quanto realizzato è stato quello di essere pervenuti ad una conoscenza e ad un monitoraggio continuo delle acque sotterranee dei corpi idrici monitorati, secondo quanto richiesto dalla normativa di riferimento.
Le attività sono state inizialmente condotte in attuazione del D.Lgs. 152/1999 e, successivamente, in conformità alla disciplina introdotta dalla Parte Terza del D.Lgs. 152/2006, la quale detta i principi fondamentali in materia di tutela delle acque dall’inquinamento e gestione delle risorse idriche (art. 73 e s.m.i.). Il sistema di monitoraggio è stato adeguato ai decreti attuativi — D.Lgs. 30/2009 (cfr Direttiva 2006/118/CE), recante i criteri tecnici per la caratterizzazione, la classificazione e il monitoraggio dei corpi idrici sotterranei, e DM 6 luglio 2016 (cfr. Direttiva 2014/80/CE), che ha aggiornato i valori soglia e i criteri per la valutazione dello stato chimico — che hanno definitivamente sostituito la normativa previgente.
Nel 2002 il monitoraggio riguardava 40 corpi idrici sotterranei principali, successivamente ampliati a 49 corpi idrici “significativi”, come individuati dal Piano di Tutela delle Acque della Regione Campania (PTA) adottato nel 2007, in attuazione dell’art. 121 del D.Lgs. 152/2006. In corrispondenza di ciascun corpo idrico sotterraneo, ARPAC ha individuato siti di campionamento (stazioni di monitoraggio) rappresentativi — pozzi e sorgenti perenni — rispondenti ai requisiti previsti per le reti di monitoraggio chimico dall’Allegato 3 alla Parte Terza del D.Lgs. 152/2006.
Con l’adozione del Piano di Gestione delle Acque (PGA) 2016-2021 del Distretto Idrografico dell’Appennino Meridionale — elaborato ai sensi della Direttiva 2000/60/CE e recepito nell’ordinamento nazionale dall’art. 117 del D.Lgs. 152/2006 — il numero dei corpi idrici sotterranei considerati alla scala regionale è stato rideterminato in 80 unità. La Regione Campania, con l’aggiornamento del PTA nel 2019, ha recepito tale assetto, designando gli 80 corpi idrici quali oggetto del monitoraggio nel territorio regionale.
Con l’adozione del successivo PGA 2022-2027, i corpi idrici sotterranei sono stati ulteriormente aggiornati a 81, a seguito della suddivisione del corpo idrico “Basso Corso del Volturno e Regi Lagni” in due distinte unità: “Piana del Volturno in Destra Idrografica” e “Piana del Volturno in Sinistra Idrografica e Regi Lagni”.
Tale suddivisione, pur determinando un aumento numerico, non modifica l’estensione areale complessiva originariamente attribuita al corpo idrico, ma risponde al principio di cui all’art. 74, comma 2, lettera z), secondo il quale il corpo idrico sotterraneo deve essere individuato come porzione di falda sufficientemente omogenea sotto il profilo idrogeologico, idrochimico e dell’impatto antropico. La nuova articolazione consente pertanto una rappresentazione più accurata ai fini della pianificazione e del monitoraggio richiesto dall’art. 118 e dagli allegati tecnici del D.Lgs. 152/2006.
Indicatore: Stato quantitativo
Descrizione breve
L’indicatore fornisce una valutazione complessiva dello stato quantitativo delle risorse idriche sotterranee di ciascun corpo idrico alla scala regionale
Descrizione
Un corpo idrico sotterraneo è in stato quantitativo buono se i prelievi non superano la disponibilità naturale di risorsa idrica rinnovabile nel lungo termine; viene classificato in stato quantitativo scarso se invece i prelievi risultano eccessivi rispetto alla ricarica, situazione che richiede misure correttive. In termini normativi (Direttiva 2000/60/CE e D.Lgs. 30/2009), lo stato quantitativo buono implica anche che non si verifichino impatti negativi sulle acque superficiali o sugli ecosistemi terrestri connessi e assenza di intrusioni saline dovute a variazioni antropiche del flusso sotterraneo. Viceversa, uno stato scarso indica un deficit idrico tale da poter causare abbassamenti di falda significativi o altri impatti ambientali.
La classificazione quantitativa in Campania non è stata ancora pienamente definita con dati aggiornati. La Relazione del Piano di Gestione delle Acque – III Ciclo 2021–2027 (Distretto Appennino Meridionale) conferma provvisoriamente lo stato quantitativo delle acque sotterranee della Campania già indicato nel precedente ciclo di piano. In altri termini, lo stato quantitativo, già valutato come “presunto” nel Piano precedente (basato su dati 2014–2015 e su giudizio esperto), resta invariato. Gran parte dei corpi idrici sotterranei campani sono considerati in stato quantitativo “buono” (presunto buono in assenza di forti evidenze di over-exploitation), mentre solo alcuni acquiferi critici sono indicati a rischio di stato “scarso”.







Monografie Monitoraggio Quantitativo acque sotterranee (Rete in Continuo e Telemisura)
Monografie delle Stazioni Quantitative in Continuo e Telemisura dei corpi idrici sotterranei
Link utili
Riferimenti normativi
Riferimenti tecnici
SNPA PUBBLICAZIONI TECNICE 2025: ANALISI DELLE TENDENZE EVOLUTIVE DEI NITRATI DI ORIGINE AGRICOLA NELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANE
https://www.snpambiente.it/wp-content/uploads/2025/02/Analisi_Trend_Nitrati_SNPA_2025_def.pdf
ISPRA/SNPA MLG. N193/2021: SVILUPPO E VALUTAZIONE DI MODELLI DI FLUSSO IN ACQUIFERI POROSI https://www.isprambiente.gov.it/files2021/pubblicazioni/manuali-e-linee-guida/mlg-193_21.pdf
ISPRA/SNPA L.G. N.11/2018: LINEA GUIDA PER L’ ANALISI DELLE PRESSIONI AI SENSI DELLA DIRETTIVA 2000/60/CE
https://www.isprambiente.gov.it/files2018/pubblicazioni/manuali-linee-guida/MLG_177_18.pdf
ISPRA/SNPA L.G N.08/2018: LINEA GUIDA PER LA DETERMINAZIONE DEI VALORI DI FONDO PER I SUOLI E PER LE ACQUE SOTTERRANE/60/CE
https://www.snpambiente.it/wp-content/uploads/2018/12/linee_guida_snpa_8_2018.pdf
ISRPA/SNPA L.G. N.03/2017: CRITERI TECNICI PER L’ANALISI DELLO STATO QUANTITATIVO E CRITERI TECNICI PER IL MONITORAGGIO DEI CORPI IDRICI SOTTERANEI
ISPRA/SNPA MLG N. 155/2017: LINEE GUIDA RECANTI LA PROCEDURA DA SEGUIRE PER IL CALCOLO DEI VALORI DI FONDO PER I CORPI IDRICI SOTTERRANEI (DM 6 LUGLIO 2016)
https://www.isprambiente.gov.it/files2017/pubblicazioni/manuali-linee-guida/MLG_155_17.pdf
ISPRA/ SNPA MLG N.161/2017: LINEE GUIDA PER LA VALUTAZIONE DELLE TENDENZE ASCENDENTI E D'INVERSIONE DEGLI INQUINANTI NELLE ACQUE SOTTERRANEE (DM 6 LUGLIO 2016)
https://www.isprambiente.gov.it/files2017/pubblicazioni/manuali-linee-guida/MLG_161_17.pdf
ISPRA/SNPA MLG N.116/2014: PROGETTAZIONE DI RETI E PROGRAMMI DI MONITORAGGIO DELLE ACQUE AI SENSI DEL D.LGS. 152/2006 E RELATIVI DECRETI ATTUATIVI
https://www.isprambiente.gov.it/files/pubblicazioni/manuali-lineeguida/MLG_11614.pdf




