Pesca di frodo: Arpac consegna alla Capitaneria di Porto un palangaro abbandonato. Ecco il video.
Data Pubblicazione: 02-nov-2021
In questo video vi mostriamo il momento in cui i tecnici dell’UO Mare dell’Arpa Campania, nel corso dello svolgimento delle normali attività di monitoraggio marino, ai fini del d.lgs. 152/06 e d.lgs. 190/10, lo scorso 20 ottobre, hanno ritrovato, a circa 1,5 miglia al largo della foce del Fiume Sarno, un palangaro derivante abbandonato. L’attenzione dei tecnici a bordo del battello oceanografico Helios è stata richiamata dalla presenza di numerose bottiglie di plastica raggruppate in poco spazio che erano state utilizzate come galleggianti per mantenere a galla l’attrezzo da pesca e dalla presenza nella zona di piccoli pesci-spada che saltavano fuori dall’acqua. Il palangaro trovato dai tecnici dell’Arpac era stato probabilmente perso a causa della corrente o abbandonato per sfuggire ad eventuali controlli delle Autorità Marittime: infatti anche se le lenze erano completamente ingarbugliate gli ami erano ancora innescati (con sardine) e potenzialmente in grado di catturare delle prede.
Il palangaro di superficie è utilizzato per la cattura di pesci spada, tonnidi etc. ed è costituito da una lenza madre detta trave lunga anche più di 1.000 metri, su cui sono collegati ogni 10/15 metri degli spezzoni di lenza lunghi circa 10 metri, chiamati braccioli, alla cui estremità è collegato un amo. Il palangaro viene calato in acqua senza ancoraggio al fondo ed è lasciato alla deriva, spesso mantenendo a bordo una delle estremità. Alla lenza vengono legati anche dei galleggianti per mantenere a galla l’attrezzo e per segnalare con il loro movimento la cattura dei pesci. L’utilizzo di questo tipo di attrezzi da pesca provoca però la cattura accessoria di specie protette (mammiferi, tartarughe, squali, uccelli marini) e la cattura di individui di specie commerciali al di sotto della taglia minima. Gli ami dei palangari non sono selettivi e anche gli individui di pesce spada o tonno rosso di piccole dimensioni riescono ad abboccare agli ami più grandi. In questo caso sono stati recuperati tre pesci-spada sotto taglia già morti da tempo, che sono stati poi consegnati, insieme alla rete, alla Capitaneria di Porto di Castellammare di Stabia che era stata nel frattempo immediatamente avvisata, via radio, del ritrovamento.
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